LE PAROLE CHE VENEZIA HA DATO AL MONDO

Nel V secolo d.C. la vita nelle pianure venete era di continuo messa a repentaglio dalle invasioni delle popolazioni che da est e da nord premevano sulla penisola italiana. L’Adriatico superiore, con le sue paludi e le piccole isole che sorgevano distanti dalla terraferma si rivelarono una fonte di difesa per chi voleva sfuggire a morte certa. Nacquero così diversi insediamenti, tra cui Venezia. Un documento dell’XI secolo, il Chronicon Altinate, ci dice che il primo nucleo dell’attuale città sorse in una data precisa, quella del 25 marzo 421, attorno alla chiesa di San Giacometo sulle rive del Canal Grande.

A partire da allora, Venezia ha dato vita a una storia millenaria, che l’ha vista primeggiare sui mari, penetrare con i suoi traffici commerciali in Oriente, dare battaglia e, infine, conformarsi all’immagine turistica che si presenta oggi ai nostri occhi. Nel corso dei secoli, grazie alla sua espansione, Venezia ha arricchito il nostro vocabolario di termini d’uso quotidiano. La parola più conosciuta è Ciao, una contrazione di “s’ciao vostro” (schiavo vostro), il saluto con cui comunemente i veneziani si presentavano ai loro interlocutori. Oggi è usata per salutare in più di trenta lingue. In Italia, il saluto “ciao” è diventato comune solo sul finire dell’Ottocento, quando soppiantò i saluti regionali ed acquisì una diffusione nazionale.

Un’altra parola usata internazionalmente è Ghetto. Il termine proviene da un quartiere di Venezia dove, nel XIV secolo, era stabilita una fonderia di rame: “geto” indicava la colata di metallo fuso. Successivamente il quartiere venne destinato agli ebrei, che presero a chiamarlo “ghèto”.

Anche il termine Gazzetta è nato a Venezia. In origine, la “gaxeta” era una moneta d’argento, il cui valore coincideva con quello dei bollettini stampati dal governo locale per informare la popolazione sull’andamento della guerra contro i Turchi (siamo nel 1536). Per facilità, le persone accomunarono il nome della moneta alla pubblicazione. La parola, da allora, è diventata popolare in diverse lingue per titolare un giornale quotidiano.

La Quarantena è nata a Venezia. Per evitare che la laguna fosse preda della peste, le autorità veneziane isolavano i viaggiatori su un’isola per un periodo di quaranta giorni. Se, al termine dell’isolamento risultavano effettivamente malati, venivano portati su un’altra isola, quella di Santa Maria di Nazareth, altrimenti se sani, potevano entrare in città.  

La parola Ballottaggio (balotaje in spagnolo) proviene da Venezia. Le “ballotte” erano delle palline che racchiudevano i nomi dei candidati a doge, la massima carica della Repubblica. Del loro uso se ne parla già in un documento del 1505.

Pantalone era una maschera veneziana che si caratterizzava per portare delle lunghe calze che gli coprivano le gambe e la cintola. Al tempo, si trattava di un’innovazione tra i capi d’abbigliamento. Pantalone prendeva ispirazione da San Pantaleone e divenne famoso nella commedia dell’arte veneziana (con Colombina e Arlecchino), al punto che il suo personaggio venne esportato e il suo nome si usa oggi per indicare il suo particolare e originale indumento, i Pantaloni.

Altre parole veneziane che sono state adattate all’italiano sono: carpaccio, arsenale, villeggiatura, imbroglio, giocattolo (xugàtolo), marionetta, regata e, ovviamente, gondola.

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